29 December 2014
Debora Sanna
Nata nella più bella Isola del Mediterraneo, capisce subito che il confine sardo sarà una tentazione e lascia il mare per Milano che l'accoglie benevolmente, purché impari un mestiere. Studi classici e storici all'Università La Sapienza di Pisa, si specializza poi in Comunicazione e Immagine per luoghi e territori, fondando nel 2001 l'Agenzia Officine Kairòs. Unisce la sua passione per la fotografia alla realizzazione di eventi culturali in giro per l'Italia. Il suo motto? Non c'è vita in guadagno, tutto è al vento. Noi siamo spore perse in spargimento.
“Ortiaperti in conventi non + chiusi” ovvero l’arte di perdere tempo per guadagnare tempo”.
Strano motto, preso a prestito dall’intuizione profonda di un pedagogista esperto, questo che abbiamo scelto per introdurre il nostro progetto per l’Expo 2015 “OrtiAperti in conventi non + chiusi”. Il progetto intende realizzare una rete italiana e internazionale per unire i conventi, monasteri e case religiose con annesso orto per vivere atmosfere di serenità e armonia con la natura, in cui tutto ha un senso e un'utilità; per ritornare al ritmo delle stagioni e sentire quanto sia più sano e naturale: il giardino spoglio in inverno, ricco d'estate, colorato d'autunno. Nella terra in cui si coltivano le piante per la cucina e quelle curative, questo ritmo naturale si fa più potente ed è suggestivo scoprire come in ogni stagione ci sia qualcosa di speciale, per la tavola e per la salute, e come nessuna erba nasca invano. “Ortiaperti in conventi non + chiusi” è l'occasione unica per visitare dei luoghi naturali, inseriti da sempre nel tessuto urbano di città, ma normalmente chiusi alla cittadinanza in quanto riservati alla clausura e ai ritmi di vita dei religiosi che abitano queste strutture da sempre nei territori. Ma cosa possono insegnare ancora oggi questi luoghi silenziosi, plasmati dai ritmi della preghiera e della meditazione di secoli? Forse il modello di una cura e di un modo di coltivare funzionale allo stile sobrio di un quotidiano che godeva di un’alimentazione essenziale, ma completa, e di un apporto curativo che le erbe “sapienti” regalavano alla cura dei frati e delle suore che abitavano quei luoghi. Ma anche molto altro. Un ritmo diverso dalla vita odierna, un ritmo che è “elogio di lentezza”, legato al bisogno di ascoltare la propria voce interiore, ma soprattutto quella di Dio in una contemplazione fatta più di silenzi che di parole. E in questo la natura, e soprattutto la possibilità di sostare in essa, risulta luogo ideale da recuperare soprattutto oggi, anche in altri contesti più laici e “a portata di tutti”, per la proposta di nuovi stili di vita legati al rispetto di se stessi e degli altri, ma soprattutto del mondo circostante che ci “ospita” e che ci propone ritmi da ascoltare e riapprendere. E’ nata così dunque l’idea di proporre a tutti la possibilità di un ascolto e di un’osservazione diversa, grazie all’intuizione e all’organizzazione dell’Agenzia di comunicazione Officine Kairòs di Debora Sanna e dei suoi professionisti Associati (Massimo Bottini, Rob H. Budde, Chiara Gatti, Grazia Sapigni, Marco Samek Lodovici) i quali per pura passione hanno ideato questo primo momento conoscitivo a cui si #spera possa far seguito uno più strutturato già nella primavera di Expo 2015. Il progetto è già partito con un evento nel primo convento, quello di SS Caterina e Barbara di Santarcangelo di Romagna e gode del patrocinio della Provincia dei Frati Minori Cappuccini dell’Emilia Romagna e della Congregazione delle Suore Francescane dei Sacri Cuori Monastero Immacolata (che ci hanno accolto), della Cooperativa Sociale Francescana di Multiservizi “Fratelli è Possibile” (che ha concorso alla sua ideazione e realizzazione logistica). Nelle due ore di visita aperta che abbiamo promosso il 14 ottobre 2014, i partecipanti accolti dagli stessi organizzatori, hanno ricevuto “stimoli” concreti da questi due luoghi particolari, un orto “al maschile” e uno “al femminile”, capaci di regalare rispettivamente uno sguardo più esteriore e uno più interiore. Così, visitandoli entrambi, si è potuto coglierne non solo le caratteristiche strutturali profondamente diverse, ma anche vivere suggestioni quali una ricerca di input “poetici” nascosti nel verde per cogliere la natura in modo più interiorizzato, una degustazione di tisane con qualche riflessione sul valore terapeutico delle erbe, un ascolto di musiche a tema che hanno aiutato a gustare la suggestione dei luoghi naturali, la ricerca di scorci fotografici già individuati per sviluppare la capacità d’osservazione e, infine, la possibilità di contemplare un belvedere lasciandone la propria personale traccia. Con il nostro progetto "Ortiaperti in conventi non + chiusi ovvero l’arte di Perdere tempo per guadagnare tempo", gli ospiti che vorranno visitare i conventi e soggiornare potranno potuta gustare la bellezza di un ritmo diverso e, perché no, esportarlo in parte nel proprio vissuto quotidiano. Sono, siamo #expottimisti perché non amiamo consultarci con le nostre paure, ma con le nostre speranze e sogni. Non pensiamo a frustrazioni, ma al nostro potenziale irrealizzato. Non ci preoccupiamo più per ciò che abbiamo provato e fallito, ma di ciò che vi è ancora possibile fare.
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